martedì 19 febbraio 2013

Norvegese

Quest'estate raccontavo al mio capo che in Norvegia si lavora solo fino alle 3 o 4 del pomeriggio.


Lui ha risposto: "e che cosa fanno fino a sera?". Gli è proprio venuto spontaneo, dal profondo del cuore. Anche se ha una famiglia, dei figli con cui sta volentieri, è completamente immerso nella mentalità aziendalista dei nostri giorni. Non gli viene neanche in mente quante cose potremmo fare se non fossimo chiusi tutto il giorno dentro a un ufficio. La vita è lavoro, la realizzazione è nel lavoro, che cosa faremmo mai senza lavoro? Se dovessimo uscire più presto dall'ufficio  come impiegheremmo il tempo?


Io per esempio oggi sono uscita presto, come mi capita abbastanza spesso da quando ho cambiato lavoro.


Mi sono presa un po' di tempo per me. Ho indugiato nel bel giardino che circonda l'edificio dove lavoro e ho scoperto che sono spuntate le prime primule.
 


Ho osservato il merlo e la merla che becchettavano in giro alla ricerca di qualche vermetto.


Ho pedalato lentamente verso casa, godendomi il tragitto perchè tanto era presto.


Ho preso un gelato, anche se faceva un po' freddino, perchè mi andava, perchè avevo fame e perchè un premio a fine giornata me l'ero meritato.



Ho guardato le vetrine dei negozi, studiando i titoli dei bestseller in libreria, perdendo ancora un po' di tempo prima di tornare a casa.






































Sono arrivata che c'era ancora luce, appena in tempo per accorgermi che anche sul nostro terrazzo sono sputati i primi segni di primavera.


12 commenti:

  1. Brava! Hai fatto bene a goderti il non-lavoro! E che diamone! In Italia lavoriamo molte più ore che nel resto d'Europa, però evidentemente lavoriamo male: basta vedere i risultati. E tutto questo lavoro, poi, a cosa ci ha portato? Un sacco di disoccupati, l'economia che va a rotoli. Meglio lavorare bene per meno ore, e staccare alle tre e godersi le piccole, grandi bellezze della vita. Ne gioveremmo tutti.

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    1. sì guarda, conosco una persona che si "lamenta" che esce la sera tardi dall'ufficio, in realtà più che lamentarsi sembra che si vanti di quanto lavora... ma quello che vediamo è che in realtà perde tutto il giorno un sacco di tempo, riunioni interminabili, chiacchiere... alla fine potrebbe tornare a casa molto prima se solo ottimizzasse il tempo! ma forse non ha niente da fare fuori dall'ufficio... ;)

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  2. Io studio ancora, ma tuttala frustrazione che vedo quando mi affaccio a sbirciare quelli che lavorano secondo me deriva proprio da quel che dici te: non avere tempo per dedicarsi ad altro, fosse anche a oziare se è quel che ci vuole. In questo modo si ripongono aspettative esagerate nel weekend, si pretende di ricavare da due giorni tutto l'appagamento che ci è mancato durante la settimana e il risultato è una grande insoddisfazione.
    Capisco bene quel che dici perché alla fine i miei libri mi assorbono tranquillamente le ore di una giornata di lavoro.
    Eppure c'è chi non ci arriva e non capisce che così non può funzionare...

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    1. è proprio vero...
      capisco bene anche lo studiare tutto il giorno, ho fatto il dottorato dopo l'università e mi ricordo che cercavo di mantenere degli orari d'ufficio mentre studiavo a casa, anzi sognavo di lavorare in un ufficio per avere degli orari e non autogestirmi tutto il tempo... ora che lavoro davvero in ufficio mi rendo conto di quanto sia bello gestirsi in modo autonomo il tempo, senza dover stare 8 ore per forza in un posto, anche se si finisce prima! il tempo è una delle cose più preziose che abbiamo

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  3. Che cosa per me inconcepibile è chiedersi "che cosa fare a sera?"... mamma mia, quasi mi dà i brividi pensare che esiste gente (anzi, forse è la maggior parte) che, al di là del lavoro, non sa come impiegare il proprio tempo! E dire che è la cosa più preziosa che abbiamo, il tempo della nostra vita... che non coincide quasi mai con il lavoro, anzi! Bellissimo post Amy... ti scrivo prestissimo! Un abbraccio

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    1. sì sono tantissime le persone che ragionano così, anche tantissime mie amiche sai... l'altro giorno una di loro ha detto a un'altra che sta per andare in maternità: "ma che cosa farai tutto il giorno?!! come per dire, che noia stare a casa e ora? come impiegherai il tempo?

      c'è chi si realizza completamente nel lavoro, ma anche chi invece si realizza con tutte le altre cose che fa nella vita e che lavorerebbe tranquillamente un po' meno, facendo magari un part time o addirittura non lavorando, se ci fossero le condizioni economiche. spesso ci si vergogna a dire che se si potesse non si lavorerebbe, è come un'onta che la nostra società non accetta, considerandola mancanza di ambizione o pigrizia.

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    2. Hai ragione Amy, è proprio così!!
      A volte mi chiedo se chi si realizza completamente nel lavoro l'abbia fatto per propria scelta, oppure per forza, magari non avendo modo (o voglia) di investire se stesso in altri "campi" della vita (famiglia, tempo libero, volontariato, passioni proprie)... in ogni caso sottoscrivo tutto ciò che hai detto.

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    3. penso che ce ne siano molti che si sono buttati completamente nel lavoro senza spazio (se non poco) per il resto perche' sono stati educati a vivere in questo modo, a concepire la vita solo come un percorso dove quello che ha importanza e' la realizzazione professionale, il successo nel lavoro e a considerare altre scelte di vita scelte "da sfigati o da perdenti".
      queste persone hanno le fette di salame sugli occhi e non vedono quello che nella vita conta davvero.
      io per un periodo sono andata alla cieca, facendo scelte che pensavo avrebbero soddisfatto i miei genitori, suscitato l'approvazione dei miei amici e tranquillizzato la mia coscienza, ma senza chiedermi davvero cosa fosse importante per ME.
      ringrazio il cielo di essermi svegliata da quel sonno, ora perseguo solo quello che so mi fara' stare bene per quanto possibile e nel rispetto degli altri... inizio a stare meglio :)

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  4. è una cosa tristissima, e capita anche a me. Quando mi dicono cose del genere io vorrei mettermi a ridere come una pazza e dire "la tua vita non è il tuo lavoro". Il lavoro ti serve per vivere, ma non è la tua vita. Sai, io ho sempre la paura di poter diventare un giorno così... non sarei piu io, ma so che capita, a tanti....

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    1. Serena secondo me così "non si diventa"... per quello che posso osservare io, ci sono persone che per carattere hanno così tante passioni, creatività, fantasia e sensibilità, che difficilmente riuscirebbero a votarsi solo ad "un" lavoro, figuriamoci a "il" lavoro! Quelli che vivono solo per la propria carriera secondo me ci sono già "portati" per temperamento, magari poco inclini a sperimentare cose nuove, molto interessati alla remunerazione economica e al prestigio sociale... insomma, secondo me non si diventa così o colà, lo si è già! Tu Amy cosa ne pensi?

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    2. sì sono d'accordo... penso che sia difficile diventare una di quelle persone se si ha la sensibilità per capire che la vità non è il lavoro e si è pieni di passioni al di fuori del lavoro, che non c'entrano col lavoro...
      il passaggio è più facile al contrario, quando studiavo ero convinta che sarei diventata una donna in carriera, lo desideravo vagamente, credendo che fosse una cosa cool in completa assenza del senso della realtà.
      ora capisco che quello che voglio è tutt'altro e che anzi, ogni ora rubata all'ufficio è aria pura per me :)
      conosco persone che sono completamente immerse nel lavoro, desiderano solo fare carriera e aumentare lo stipendio, non le giudico, penso che anche loro stiano perseguendo i propri desideri.
      i miei però sono totalmente altri e anzi trovo la vita frenetica dei manager oggi piuttosto incomprensibile..

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